13 dicembre 2010

"Punto di cristallizzazione per contatti ravvicinati" - Testimonianza di Francois Burkhardt

Riproponiamo la prima di quattro testimonianze molto interessanti sull'arte pubblica, inserite sul sito diffusamentemuseo.it, in occasione della mostra "Arte in Giusta Misura" tenutasi presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati (Roma) tra fine 2005 e inizio 2006. Personalità come Francois Burkhardt, Michele Costanzo, Anna Detheridge e Gillo Dorfles fanno il punto della situazione sull'arte pubblica, in particolar modo in Italia, esaltandone la sua funzione sociale e di integrazione fra ambiente umano e ambiente naturale.
Il primo testo presentato, di Francois Burkhardt, si intitola: "Arte pubblica e sociale: Punto di cristallizzazione per contatti ravvicinati".

" Il progetto fu realizzato in occasione di un concorso nel quadro dell’utilizzazione del 2% del prezzo del costo delle costruzioni dedicate all’arte (Kunst am Bau) stabilito dalla normativa sulle costruzioni in Germania. In un quartiere periferico pianificato ed edificato di nuovo alla fine degli anni ’60 ad Amburgo era stato bandito un concorso per la presentazione di opere d’arte lungo un asse pubblico che portava dalla stazione periferica al cuore del nuovo quartiere residenziale. Lungo questo asse erano stati posti servizi pubblici e centri commerciali lasciando uno spazio di verde pubblico che doveva servire come luogo di ricreazione e di passeggiate. Le opere d’arte dovevano essere poste lungo questo asse pedonale.
Urbanes-Design, un gruppo interdisciplinare che abbiamo creato nel 1968, aveva lo scopo di far uscire l’arte dai circuiti abituali per attribuirle una funzione sociale e cercare di integrarla nell’ambiente urbano, una ricerca di integrazione delle funzioni dell’arte in un contesto più vasto mettendola al servizio dei bisogni collettivi. Una specie di dialogo tra architettura, arte e contesto urbano che dà all’arte un senso che va bene al di là della pratica abituale attribuita all’estetica aprendosi alle funzioni ambientale-ornamentale e a quella dell’orientamento, due aspetti fondamentali per il benessere degli abitanti in un quartiere residenziale. Poiché l’abitante ha bisogno di riconoscersi e di identificarsi con i luoghi dove è radicato, funzione psicologica di base che permette contatti armoniosi con la collettività.
Forte delle conoscenze acquisite nel corso degli studi universitari con il gruppo della scuola psicoanalitica di Francoforte che ruotava intorno a Alexandre Mitscherlich e Alfred Lorenzer, Urbanes–Design decise di applicare queste conoscenze al progetto del concorso e di contribuire ad una nuova funzione dell’arte. Con nostro stupore la giuria del concorso comprese l’approccio e ne apprezzò il concetto formale, assegnandoci il primo premio. Avevamo centrato mezzi e programmi, scegliendo un punto cruciale che permetteva la vista dell’oggetto da lontano: l’opera d’arte diveniva un punto di riferimento, una specie di segnale nel paesaggio urbano, ma doveva nello stesso tempo coprire delle funzioni pratiche, mettendo un oggetto estetico nelle mani degli abitanti del quartiere, sollecitandoli all’utilizzo. Per questo motivo abbiamo disegnato una struttura, una sorta di piccola arena protetta sulla parte posteriore con un laghetto sulla parte anteriore, un luogo intimo e aperto capace di offrire molteplici possibilità a funzioni diverse. Una struttura pensata per favorire gli incontri, gli scambi, la presentazione, per assemblare e favorire i contatti tra gli abitanti e rafforzare i legami sociali, da cui il nome di “punto di cristallizzazione”. Nello stesso tempo l’oggetto doveva essere un punto di orientamento, di riferimento specifico, inconfondibile, un segno di riferimento per l’identità del quartiere, facendo di un luogo comune un luogo di riferimento e di comunicazione, scopo del nostro progetto.
I materiali utilizzati: calcestruzzo armato per formare l’arena, assi di legno per i tramezzi verticali. Le assi di legno servono ad assicurare una struttura visiva che vive con la variazione dell’altezza di queste ultime. Il concetto cromatico: nella parte posteriore convessa le assi di legno sono dipinte con colori primari passivi: bianco grigio e nero. Quelle sulla parte concava in colori attivi: rosso, giallo e blu.
La pratica ha dimostrato che l’oggetto nella sua utilizzazione e nel suo concetto corrisponde perfettamente agli scopi che noi avevamo fissato."


Francois Burkhardt

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